lunedì 6 ottobre 2008

Color color...




Ti parlerò del blu. È caldo, sotto le dita. Immagina un criceto che ti si agita tra le mani, con unghie che fanno il solletico e nasino umido, da cacciatore notturno col raffreddore da fieno. Ecco, questo è il mio blu. Non ha forma, solo sostanza. Il verde è un pallone rasoterra, lo schiaffo di un’onda, un aperitivo in una sera di maggio con quella ragazza che non ha pudore di dire le cose che dice.
Il giallo è una musica leggera, la radio che gracchia quando il segnale è disturbato, la crema sul gelato, l’amore ai tempi del Barbera. Il viola è quello sguardo che conosco bene, perché mi si accende dentro quando mia madre dice che devo mettermi la maglia di lana e lavarmi le mani, che la cena è in tavola. L’arancione è il mio preferito, il finale di una favola, un’esplosione dietro le pupille, la canottiera esasperante di mio fratello il Benpensante. E che dire del bianco? È la cima del Monte Fato, dolore senza consolazione, ambulanza e lenzuola, amore straziante, dispersione del seme, due labbra che si separano e che non si vogliono bene. Il nero? Non capisco, non conosco, non esiste. È quel sudario che tengo in serbo per la resa. Lo so che mi hai chiamato cieco, ma non me la sono presa.

13 commenti:

Lollo ha detto...

Un giorno, quel bel tipo di Niccolò Storai mi ha chiesto se mi andava di scrivere un racconto per un calendario. Questo è quel racconto. Parla di non vedenti, i destinatari del calendario e di tutta l'operazione benefica. Un piccolo gesto, poca cosa, a caccia di quella luce che c'è ma non si vede...

il decu ha detto...

Chi l'avrebbe trasformato in tatto e chi ne avrebbe scritto una canzone.
Dolcissima canzone.

RAMhead ha detto...

Emozionante e pieno di luce. Anche di quella che a guardarla fa male.

Bello.

RAMhead

Anonimo ha detto...

Grazie, per davvero :)

ablar ha detto...

bello bello!
e bello!

Il Gabbrio ha detto...

Appena finito di leggere, mi sono interrogato sull'ultima frase ed ho pensato che , in fondo, non serve vedere per descrivere un colore, alla fine è la sensazione che ci dà, il vissuto che ci evoca...poi, ho letto il tuo commento.
Pur non sapendo nulla (io, intendo), hai centrato il bersaglio con le tue parole!
Grande Lollo!

Skiribilla ha detto...

Bellissimo.

Niccolò Storai ha detto...

Ciao Lorenzo,
grazie per i bellissimi racconti che ci hai donato.
Grazie anche per il bel tipo.... a presto.

Riccardo Torti ha detto...

stupendo

devitalizart ha detto...

l'ho letta sul tumblr di Skiribilla. Ti porto il sorriso che m'ha strappato :)

Antonia Storace ha detto...

Guardare oltre.E attraverso.Sapere che ognuno uomo percepisce gli odori,i sapori,i colori a proprio modo.Una storia diversa.Ogni volta.Una nuova storia da raccontare.Per chi sa davvero osservare.


Un sorriso.Antonia.

Antonia Storace ha detto...

Errata corrige : ogni ... ^_^

bab ha detto...

Sei distratto porca miseria.....dimentichi il colore più importante, il grigio....ti spiegherò il perchè............